Cecchetti (LEGA): "Assegno unico non può andare a chi vive in Italia solo da due anni"
18 NOV - "Attendiamo il testo
ufficiale, prima di giudicarlo, ma concordiamo con l’idea di
uno strumento di sostegno alle famiglie con figli, come un
assegno unico universale che accompagni la crescita dei
bambini fino alla maggiore età. E ovviamente applaudiamo ad
uno strumento che darebbe ulteriore sostegno alle famiglie con
figli disabili. Fatta questa premessa sugli aspetti positivi
riteniamo però che sarebbe inaccettabile che questa misura
venga estesa, come leggiamo dalle anticipazioni, anche ai
cittadini stranieri, comunitari o extracomunitari, con soli
due anni di residenza nel nostro Paese. Così questa misura
finirebbe a immigrati che finora non hanno versato le tasse
nel nostro Paese, che non hanno contribuito al nostro Welfare
e si troverebbero ad incassare un sostegno che, parametrato
poi sul numero di figli, andrebbe quasi interamente a loro e
non alle famiglie italiane. Estendiamo questo limite temporale
da due a dieci anni: chi risiede qui da dieci anni lo riceve,
non prima. Non sarebbe giusto che chi non ha ancora versato
tasse nel nostro Paese, o ha versato pochissimo, ottenga
subito un sostegno a spese di tutti i contribuenti. Non solo,
utilizzando la dichiarazione ISEE sappiamo bene che ad essere
penalizzate saranno le famiglie italiane, soprattutto quelle
che hanno acquistato una casa sobbarcandosi enormi sacrifici
con un mutuo trentennale, avvantaggiando come sempre le
famiglie extracomunitarie che dichiarano di non possedere
immobili quando poi magari possiedono proprietà immobiliari in
Marocco, Egitto o Pakistan e non è possibile verificarlo.
Vorrei ricordare a proposito un esempio pratico ovvero il caso
eloquente della 'Bebè card', istituita dal Comune di Milano,
riservata solo a chi aveva un ISEE inferiore a 17mila euro: il
70% di queste risorse finirono a famiglie extracomunitarie,
circa 1300 famiglie sulle 1800 che avevano ottenuto questo
aiuto. Peccato che a Milano, in quell’anno, nel 2017, secondo
i dati della Camera di Commercio di Milano, Monza e Lodi, gli
immigrati presenti a vario titolo avevano inviato rimesse ai
loro Paesi di origine per oltre 580 milioni (la metà delle
rimesse inviate dall’intera Lombardia), per cui la Bebe Card
era finita a famiglie che poi inviavano soldi nei loro Paesi
di provenienza finanziando il Pil e il Welfare dell’Egitto,
Marocco ecc. Per cui vediamo di non ripetere gli stessi
errori. Aiutiamo gli italiani, non chi è arrivato qui da due
anni e non ha contribuito al nostro welfare, e non chi magari
a case e terreni e altre fonti di reddito o di patrimonio
all’estero." Lo dichiara l'on. Fabrizio Cecchetti, vice
capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati e coordinatore
della Lega Lombarda per Salvini Premier.