(OMNIMILANO) Milano, 12 DIC - I lombardi sono convinti che la Regione sia un territorio dalle tante opportunità, più accessibili rispetto alle altre realtà italiane. Tuttavia questa marcia in più costa e richiede maggiori sacrifici in termini anche di qualità della vita e i cittadini della nostra regione fanno sempre più fatica ad assumersi le proprie responsabilità e a fare passi importanti e significativi nel loro percorso di vita perché potenzialmente soggetti al rischio dell'insicurezza sociale. Uno stato a cui concorrono l'aumento della precarizzazione del lavoro, dalla preoccupazione per il futuro dei figli e il timore che si abbassi la qualità dei servizi, soprattutto in campo assistenziale e sanitario. E' questa la fotografia sulla società
lombarda scattata da Eupolis, l'Istituto di Ricerca regionale, che ha indagato per individuare le nuove esigenze e approfondire i bisogni che al momento vengono percepiti come insoddisfatti per portarli all'attenzione del policy maker regionale affinché si traducano in politiche attive. La ricerca è stata presentata oggi nel corso di un Seminario svoltosi a Palazzo Pirelli, al termine del quale c'è stata una conferenza stampa nel corso della quale il Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, i Vice Presidenti Fabrizio Cecchetti (Lega Nord) e Sara Valmaggi (PD) e il Consigliere Segretario Eugenio Casalino, hanno commentato i risultati scaturiti.
"I nuovi bisogni sommati alle precarietà sempre più marcate e diffuse, prime fra tutte quelle del lavoro e dei disagi sociali correlati, impongono l'attuazione di politiche che siano in grado di dare risposte ma che la Lombardia in questa fase fatica a trovare -ha evidenziato il Vice Presidente Fabrizio Cecchetti-. Se non rompiamo il circolo nefasto dei tagli lineari, partendo da Bruxelles per scendere a Roma, il futuro sarà sempre più incerto. L'autonomia che la Lombardia ha invocato e che i cittadini hanno richiesto con un referendum storico, è la strada. Il centralismo non paga più, fa solo danni, distrugge i legami fra i territori e le classi sociali. I processi di cambiamento vanno governati e non calati dall'alto con logiche cattedratiche e
professorali che nulla poi hanno a che fare con la realtà che vivono i cittadini -ha concluso Cecchetti-. E questo vale anche per la sicurezza e l'integrazione perché la ricerca conferma il timore dei lombardi di perdere la propria identità".