Tagli illegittimi del Governo Monti, Cecchetti: “Roma restituisca 435 milioni rubati ai comuni lombardi”

Presentata mozione in Consiglio regionale

Milano, 24 febbraio 2017 – “Ora lo Stato centrale arriva addirittura a tagliare illegalmente risorse ai comuni: una vergogna enorme. Il Governo restituisca immediatamente ai cittadini lombardi il maltolto”. E’ quanto dichiara il Vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia Fabrizio Cecchetti (Lega Nord), primo firmatario di una mozione che chiede alla la Giunta Maroni di assistere e informare tutti i comuni della Lombardia su come riavere i fondi tagliati dal Governo Monti nel 2013, provvedimento che recentemente una sentenza della Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo. Nel 2013 infatti la spending review del governo tecnico aveva disposto la riduzione del fondo sperimentale di equilibrio per un totale di 2 miliardi e 250 milioni di €, che per i comuni della Lombardia aveva significato un taglio di ben 435 milioni di euro, di cui quasi la metà (201 milioni) alla sola area della Città metropolitana di Milano.

Quello che il Governo Monti ha fatto con l’assenso del PD e di altre forze politiche nazionali – spiega Cecchetti - è vergognoso, un vero e proprio furto. La Corte costituzionale ha però dichiarato illegittimi i tagli del 2013  e ora il governo deve restituire ai comuni quanto spetta loro di diritto. Quei 435 milioni servivano e servono ancora ai comuni lombardi per garantire servizi ai cittadini, alle famiglie e alle imprese e pertanto vogliamo che la Regione si metta in prima linea assieme ai sindaci nel far valere questa istanza nei confronti dello stato centrale.  Mi aspetto - conclude Cecchetti - che la nostra mozione venga sostenuta da tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale e che ci sia una forte mandato alla Giunta regionale per aiutare i comuni ad avere indietro i propri soldi, perché qua non si tratta di diverse visioni politiche ma di risorse che dovevano essere spese per i cittadini lombardi e che invece sono finite illegittimamente nelle casse dello stato centrale.